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al testo di Ivan Pozzoni
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La storia di una moneta non interessa a nessuno due facce mai tanto ardite da vedersi in faccia: su un lato impressa l’effigie d’una regina, austera, drappeggiata di sete e assetata di drappi, sull’altra l’immagine di un menestrello, vestito d’un manto di terra, circonfuso dall’aurea tristezza dei canti di guerra.
L’incanto d’amore si trasforma in moneta due mani, sistemata con cura e artigiana, si stringon le mani, e due visi, due occhi meteci si sporgono dai rilievi del rame, tenendosi vivi, abbracciati, sospesi nel vuoto, l’uno a osservare l’amenità di un reame dove corrono liberi i fiumi, sorridono i fiori, rivestito di boschi e di frutti in eterno, l’altra a guardare l’inferno.
La mia arte è impotente a lanciare incantesimi tanto influenti da tener senza tempo sospesi nel vuoto due volti, mescolando in fucina i due mondi in un unico mondo in cui menestrello e austera regina si armonizzino a fondo.
Menestrello, continua a cantare il tuo inutile canto col cuore spezzato, in attesa che frammenti di lacrime si rimettano in circolo nel sangue d’un amore smezzato. [Carmina non dant damen, 2012] |
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